Punto diretto verso nord, ma giunto a Yarumal (nonostante le belle curve sin qui) mi rendo conto che le raccomandazioni di tutti sono veritiere: molto meglio procedere lungo la 45, un poco più ad est. Faccio così un taglio che mi riporta sulla “retta via” e la scelta è azzeccatissima: il giorno in più di cammino viene ripagato da scenari di gran lunga migliori, tanto caldo (forse troppo!) e strade da bava alla bocca.
Raggiungo la Quebrada las Gachas dopo un po’ di sterrato ed io e la mia bella ci prendiamo tanto gusto da decidere di tenerci lontani dall’asfalto ancora per un po’; invece di tornare verso la superstrada continuiamo ad infangarci e coprirci di polvere passando per una miriade di paesini tipici colombiani: Guadalupe, Contratación, Simacota, Berlín e Cabrera per poi arrivare a Barichara, considerato da molti il paesino più carino e caratteristico di tutta la Colombia.
Peccato per le orde di turisti, ma è Venerdì Santo e non posso lamentarmi troppo. Da là in poi ancora strade sterrate, volutamente scelte, attraverso La Vuelta, La Central, Villanueva e Curití, da cui inizio a costeggiare il Canion Chicamocha, semplicemente stupendo. Percorrendo la cresta intravedo una stradina che scende verso il fondo della vallata e non ci penso su troppo: via verso Cepitá, da cui proseguo lungo una strada sterratissima, dissestatissima, “caldissima” e scoscesissima. Ma ne deriva un piacere motociclistico del tutto inaspettato, ecco il video: https://youtu.be/JfzUYI0OVvw . Mi piacciono queste strade a sorpresa che ti portano attraverso gli scenari più nascosti e genuini di un luogo.
Raggiungo così in serata San Andrés dove vengo accolto da dei simpatici poliziotti che mi indicano il resto della strada per domani e con cui trascorrerò un paio d’ore davvero piacevoli. Da là nuovamente sterrato verso Guaca, Los Curos, Pié de Cuesta (dove per fortuna/purtroppo ritrovo l’asfalto), La Floresta e poi via verso El Banco, e Mompós, altro paesino tipico che sembra impossibile non visitare.
Proseguo verso Talaigua, Santa Ana, Busconia per poi giungere in serata a Santa Marta. Neppure il tempo di godermi una succulenta cena che vengo informato di dover raggiungere l’indomani l’ufficio dello spedizioniere (con cui sono in contatto da qualche settimana) di Cartagena, sebbene il mio piano originario fosse di godermi prima il parco Tayrona e Taganga.
Via di nuovo in moto e via verso la sede di Enlace Caribe, dove iniziano i primi problemi. Il simpatico ufficiale doganale che ha registrato il mio ingresso alla dogana di Ipiales ha sbagliato la data sul documento e tocca a me andare alla dogana di Cartagena a chiederne la correzione. Parlo con una impiegata che null’altro fa che annotare su di un foglietto il numero di telefono e l’indirizzo e-mail della responsabile di Ipiales.
Inizio a chiamare a questo ed altri numeri, supportato dalla responsabile dell’agenzia, ma non ricevo nessuna risposta neppure per e-mail. Torno alla dogana e la stessa ragazza con cui ho parlato prima, dopo avermi confermato di non poter fare nulla (mentre so che potrebbe tranquillamente correggere il documento), alla mia insistenza inizia a dire che la sto molestando ed infastidendo. Per fortuna ho come testimoni due guardie della vigilanza e le registrazioni di due telecamere, ma il comportamento di questa persona mi lascia atterrito. Mi annoto il suo nome e la lascio con uno sguardo tranquillo e rilassato, ma le faccio intuire che non mi darò per vinto.
Torno in agenzia e nessuna risposta ancora da Ipiales, al ché devo tornare una terza volta alla dogana ma stavolta chiedo direttamente della responsabile esportazioni, la quale si prodiga ad aiutarmi ben più della precedente impiegata psicopatica. Quest’ultima stavolta è tutta educata e gentile, si vede che ha abbassato la cresta. Tuttavia senza il benestare di Ipiales non si può far nulla ed io passo un’altra notte con la certezza che tutto andrà bene, ma con un velato pizzico di nervosismo che non mi piace per nulla.
L’indomani finalmente la responsabile di Cartagena risolve il tutto con una nota aggiuntiva sul foglio in mio possesso: se era così facile, non si poteva far prima?! Adoro la Colombia ed i colombiani, ma la loro professionalità non è niente di più e niente di meno di quella vista finora: pressapochista, superficiale e sconclusionata.
Anche l’agenzia di spedizione inizia a mostrare il fianco: documenti mancanti, errori di battitura, e-mail risposte dopo tempi biblici e attese su attese, al porto, dovute a loro mancanze. Quando finalmente conduco la moto in porto chiedo se è necessario che io la lavi: mi viene risposto di no, ma ovviamente gli ispettori portuali non sono d’accordo, visto che la moto verrà lavata a mie spese prima della spedizione.
Altri giorni di attesa prima dell’ispezione antinarcotici e quando finalmente la moto ha il via per partire sorgono altri problemi. L’agenzia richiede un pagamento in contati ed in pesos colombiani, comunicazione che non mi era mai stata fatta prima d’ora. Mi toccherà restare a Cartagena altri due giorni per recuperare dal bancomat i soldi mancanti e sommarli agli euro e dollari che ho con me. In tutto questo il responsabile dell’agenzia inizia a cambiare ti toni della conversazione, comportandosi da vero maleducato giustificandosi dicendo che il problema è mio e che ero stato precedentemente informato, sebbene non vi sia traccia dell’e-mail millantata.
Così ora il mio nervosismo si tramuta in vera e propria incazzatura: non solo devo risolvere un problema creato da loro, devo anche tenere i nervi saldi per non sbroccare di fronte alla loro maleducazione e restare a Cartagena due giorni in più mi impedisce di visitare altri posti.Quando, e finalmente, riesco a pagare con le tre valute, ovviamente mi viene proposto un tasso di cambio favorevole solo per loro ed il totale della spedizione mi costerà più di quanto preventivatomi. Non posso che sconsigliare con tutto il mio cuore di affidarsi ai servigi di Enlace Caribe: vista la mia esperienza, spero che nessuno debba mai trovarsi a fronteggiare le stesse situazioni.
Almeno di buono c’è che sono finalmente libero di visitare lo stupendo parco Tayrona (ne valeva veramente la pena) e la carina Playa Grande di Taganga. Torno a Cartagena per festeggiare la mia ultima notte in Sud America: la moto è in viaggio ed io mi dirigo verso l’aeroporto. Direzione? Be’, questa sarà una sorpresa per molti…
Ciao Massimiliano,
Grande la Pula Colombiana!! Ma Sono dei ragazzi molto giovani!!!
Attento che se ci prendi gusto poi ti arruoli sul serio!!
P.s. Ti ho scritto una info all’email che mi hai inviato!!!
Buon proseguimento!
Leso09 – Andrea
Sì, tutti ragazzi molto giovani, ma altrettanto simpatici e disponibili!
Rispondo ora alla tua e-mail, scusa il ritardo ma sono stato impegnato con la spedizione della moto!
Un abbraccio, Massi