A Quito incontro una vera e propria famiglia, formata da Giuseppe (un ragazzo col quale parlo da tanto via internet per consigliarci circa lavoro e Paesi in cui potenzialmente iniziare una nuova vita) e dagli altri due coinquilini Gennaro e Fiammetta.
Resto a casa con loro per ben tre settimane, per l’atmosfera goliardica e amichevolissima, sia perché con questi nuovi amici mi sento veramente in famiglia e la voglia sarebbe quasi quella di intraprendere un’attività tale da farmi mettere radici in Ecuador.
Dopo molto ragionare (mi viene offerta anche un’altra possibilità lavorativa e faccio anche qualche massaggio per arrotondare) mi rendo conto che la mia meta è nuovamente la strada e mi rimetto in marcia con la sensazione di allontanarmi nuovamente da delle persone a cui tengo tantissimo, ma non prima di visitare la Mitad del Mundo, ovvero un parco tematico (con tanto di monumento) che celebra la lina di demarcazione fra i due emisferi. E dire che a Termoli (mia città natale, che dà il nome addirittura ad un meridiano) non c’è che un anonimo pezzo di pietra senza nessuna spiegazione, il tutto buono neppure per una foto.
A Tulcán visito il cimitero più bello del mondo, con le sue siepi create da un artista locale: José María Azael Franco Guerrero, che ha reso il luogo semplicemente spettacolare!
Lasciata Tulcán ci metto tre ore ad attraversare la frontiera con la Colombia (è domenica e orde di ecuadoriani vanno in Colombia a far spesa di prodotti di elettronica) e dopo aver visitato il Santuaro de la Virgen de las Lajas presso Ipiales (che mi ricorda molto la molisana Basilica Minore dell’Addolorata di Castelpetroso) faccio tappa a Santiago de Putumayo, luogo dove finalmente riesco a fare l’esperienza della Yagé, o Ayahuasca che dir si voglia.
Esperienza fortissima che mi apre la mente, mi rivela un sacco di cose e mi fa sentire moolto più leggero e sollevato. Non è uno scherzo e sono contento che questa esperienza sia arrivata al momento giusto, ma il giorno dopo sono distrutto e devo fermarmi dopo soli 25 km a riposare, il mio fisico è a pezzi!
Proseguo verso il nord e faccio tappa a El Bordo da un amico di Giuseppe, poi a Popayan dalla madre di quest’ultimo che mi mette davanti agli occhi un piatto di pasta e un succo naturale: i colombiani sono veramente gentilissimi ed ospitali a livelli incredibili!
È la volta di Palmira (così evito il traffico di Cali) poi Armenia e da lì mi dirigo verso, Salento, non prima di ammirare la meravigliosa Valle de Cocora, fra le palme più alte del mondo ed il caffè più buono del mondo! Ed ogni dove solo cortesia e sorrisi perenni!
Manizales mi stupisce per la sua bellezza paesaggistica, compreso il Eje Cafetero e il Nevado del Ruiz. Ovunque ricevo solo sorrisi, i miei ospiti sono gentilissimi e premurosi, non ho parole davvero per esprimere la gentilezza del popolo Colombiano e mi rendo conto sempre più, come già accaduto in Iran, che i Paesi con la reputazione peggiore a livello di Media sono quelli in cui vivono i popoli più ospitali ed amichevoli.
Una volta a Mededllín è l’ora di conoscere Guatapé e lo scenograficissimo El Peñón de Guatapé, un paesaggio spettacolare (che mi riporta indietro in Argentina, visto che è molto simile a quello di Bariloche) per poi tornare nella metropoli e cambiare le gomme: il Nord del Paese mi aspetta e, viste le premesse vissute finora, sono certo che mi lascerà senza parole! Stupenda questa Colombia!
Ciao Massimiliano,
Sono Andrea, ti ho trovato su youtube soltanto pochi giorni fà;
Complimenti per la tua straordinaria avventura!!!
Vorrei scriverti in privato, sai dirmi come fare? hai una mail o qualcosa?
Grazie a preso
Ciao Andrea!
Grazie mille per i complimenti, apprezzatissimi visti gli ultimi giorni pesanti in Colombia 🙂
Puoi scrivermi tranquillamente a: massimiliano@australiatwin.it .
Grazie e buon fine settimana!
Massi