Attraversare il passo a quasi 5000 metri sul livello del mare è una sensazione davvero strana, tutto deve esser gestito con calma per evitare il mal d’altura e complicare ulteriormente le cose.
La strada verso San Pedro de Atacama è spettacolare, ma devo affrettarmi per le nuvole nere cariche ed arrembanti. Arrivo di volata ancora asciutto e nei giorni a seguire mi dedico alla scoperta del circondario, veramente un capolavoro della natura: Valle de la Luna, Mirador Pedra del Coyote e le Lagunas Escondidas de Baltinache sono veramente spettacolari!
Mi ricongiungo con Mauro e Niklas e insieme decidiamo di entrare in Bolivia attraverso il Paso Hito Cajón, che sembra bello tostarello. Si unisce al gruppo Xavi e via verso la frontiera e poi la Reserva Nacional de fauna andina Eduardo Avaroa. La moto va veramente male, fa fumo nero e le percorrenze chilometriche son ridicole: 7 km/l. Ben presto termino la riserva extra che portavo sulla sella e mi ritrovo a marciare in prima e massimo seconda marcia attraverso terra, tracce di 4X4, sabbia e cambi continui di consistenza del terreno.
In compenso i panorami sono spettacolari e troviamo rifugio proprio vicino alla famosa Laguna Colorada poco prima di un altro temporale. L’indomani ancora pioggia ma non appena si apre il cielo siamo di nuovo in sella. E qui il fattaccio: Xavi cade dinanzi a me e resta steso a terra dolorante. Mi assicuro che non sia in condizioni gravi: è cosciente, ha cappottato con la moto e ha una spalla dolorante; vado a cercare aiuto e lo trovo in una guida che avvertirà i vicini guardaparco. Una fortuna incredibile quella di Xavi, anche se non cadere sarebbe stato meglio. Arrivano i guardaparco e Mauro e Niklas che si erano allontanati da noi, perdendoci di vista e non rendendosi conto di quanto accaduto. Xavi sta bene ma è molto dolorante, dei simpatici svizzeri li caricano in auto e lo riportano verso San Pedro de Atacama, distante non meno di otto ore di auto. Salutiamo il nosotr amico con i migliori in bocca al lupo del caso, ne avrà veramente bisogno.
Continuiamo in tre verso l’Arbol de Piedra (meraviglioso) e poi dormiamo presso la Laguna Hedionda, dove compare un ostello giusto prima che arrivi l’ennesimo temporale. La strada è tostissima e faccio una fatica incredibile a guidare, la moto va malissimo di motore ed i consumi sono alle stelle. Compro della benzina dal gestore dell’ostello e poi via verso una strada sterrata che conduce ad Uyuni, ma fare anche solo 30 km è veramente un’impresa. Quando arriviamo allo pseudo asfalto della strada siamo tutti iper felici di avercela fatta: una soddisfazione grandissima, dopo fatiche incredibili che le parole non riusciranno mai a commentare fedelmente.
Finalmente possiamo tornare a rimettere la prima ma non possiamo ancora cantare vittoria: faccio il pieno di benzina con della benzina (o pseudo tale) comprata da un privato ma la moto va ancora uno schifo. Mauro strappa la valvola della camera d’aria e via a lavorare sotto al sole… siamo cotti e brasati! Via di nuovo con la moto che più di 90 km/h non fa e resto a secco dopo 180 km, la percorrenza è meno della metà della norma! Mi “salva” Mauro donandomi un paio di litri, e dire che ero a 2 km da Uyuni e già se ne intravedeva il Cementerio de los Trenes…
Arriviamo ad Uyuni e troviamo riposo per noi e le nostre moto, stavolta sappiamo di essercelo davvero guadagnato! Abbiamo finalmente una connessione e possiamo avere notizie di Xavi: è arrivato a San Pedro de Atacama distrutto dal dolore dopo dieci ore di sassi, biche, sobbalzi e sofferenze. Se l’è cavata con una spalla dislocata, considerando com’era conciata la moto e soprattutto dove è successo il fattaccio, gli è andata veramente bene!
Il Salar sembra mezzo sott’acqua e non sappiamo se riusciremo a vederlo come merita, ma alla fine riusciamo a mettere almeno i piedi (non le ruote) nel famoso Salar de Uyuni, il più grande al mondo! I ragazzi vogliono entrare con le moto, io mi accontento di scorrazzare a piedi, voglio evitare che il sale finisca nei posti più nascosti della moto, danneggiandola inevitabilmente nel lungo periodo. Ma è uno spettacolo incredibile e me lo godo a piene pupille e narici: questa infinita distesa di sale era una icona nella mia mente da quando sono “sbarcato” in Sud America, ora €`qui di fronte a me! Ed è semplicemente meravigliosa!