Certo, in Italia abbiamo tanti luoghi paragonabili per bellezza di paesaggi, mare, cucina… ma sono in moto, in dolce compagnia, in Turchia, godendomi esperienze mai neppure immaginate quando ero a casa… e sono a un settimo del mio viaggio.
Direi che di motivi per essere euforici ne ho parecchi! Facciamo molta strada e ci godiamo la brezza marina che ci accompagna lungo il percorso. La strada verso Balikliova è magnifica e corre vicino al mare: viene voglia di tuffarsi in acqua con tutta la moto… Siamo su un lembo di terra circondata dal mare e l’aria che respiriamo è davvero inebriante. Nel tragitto una carovana festante annuncia la circoncisione di due ragazzini. È un’occasione importante e i due pargoli sono in testa alla fila, vestiti di bianco e salutano tutti. I visi, a mio modesto parere, hanno sorriso più intensamente in altre occasioni…
A Istanbul per le strade, in macchina (manco avessero vinto i mondiali) si festeggiavano i giovani in partenza per il servizio militare. Mi dicono che: il padre di ogni ragazza non concederebbe mai sua figlia in sposa a chi non abbia assolto a questi due compiti. Mi chiedo come faccia per verificare: va bene il certificato militare, ma per la circoncisione… si fiderà?! Pensieri strani, meglio concentrarsi sulla strada va’, è meglio… Visitiamo Erythrae (città greca di cui sono sopravvissute delle scarne, ma apprezzabilissime, rovine) per poi raggiungere la spiaggia di Ilica e tuffarci in un’acqua semplicemente meravigliosa. Mentre galleggio e chiudo gli occhi ripenso a quando ero a Termoli e mi immaginavo a fluttuare su acque diverse dal mare Adriatico. È come un flash back indietro di sei settimane: la sensazione è che siano passati solo pochi giorni, ma ho fatto tante di quelle cose che sembra siano trascorsi anni interi! Cena gustosa vicino al mare, giri vari per Alacati e i suoi ricercatissimi (e un po’ snob) locali sul vicino al porto turistico, infine toccata e fuga a Cesme: davvero carina.
A fine serata sono distrutto. Non pensavo avremmo fatto così tardi e ricorro ad un rimedio vecchio come il ciclismo: un giornale sotto la felpa sarà il mio scudo verso il vento ed il freddo autostradale (ringrazio anche le sante manopole riscaldate!). Torniamo a casa alle 3:00 e l’indomani ancora in sella verso Efesus… Un brutto incidente in tangenziale, appena duecento metri dinanzi a noi, e la giornata sembra prendere una piega imprevista. Un’auto e un furgoncino si agganciano e vanno a finire contro il guardrail. L’auto è distrutta, il furgoncino ribaltato. Per fortuna sono tutti (e tre) incolumi, solo qualche graffio, ma dopo l’esperienza della Serbia ed il tamponamento in diretta di Sofia, stavolta ne ho veramente piene le scatole. Proseguiamo verso Efesus, ma a velocità lumaca. La quinta marcia non ne vuole sapere di entrare ed il piede sinistro resta fermo. Dopo un po’ di chilometri butto giù anche questa sensazione e riprendiamo la marcia a velocità normale. Mi chiedo come mai tutti hanno una gran fretta: per quanto corrono, pare considerino il loro tempo speso in auto come fosse buttato. Vorrei incontrarli tutti, una volta davanti alla televisione, e dirgli: “Cosa caXXo corri tanto in macchina, che poi sprechi la tua vita davanti a questa scatola piena di stroXXXte?!”
Piccolo sfogo personale. Efesus è meravigliosa, la sensazione è di camminare in mezzo alla storia. i gradini consumati dai sandali della gente che ha vissuto in questi luoghi… mi colpiscono più della maestosità del teatro e della famosissima facciata della biblioteca. C’è vento e tanta polvere vola intorno a noi. Quel che resta di questa città è sommerso nella terra e nella polvere. E, un giorno, anche io andrò in contro a questo destino. “Cosa ci sto a fare su questa terra?” Non ho fatto nulla di grandioso, non ho salvato nessuna vita (be’, forse una volta sì), non ho scritto opere degne di essere ricordate. Il viaggio che sto facendo è per me e per una sorta di crescita interiore. Basterà questo per considerare la mia vita degna di esser stata vissuta? Uhm, forse mi sto ponendo degli interrogativi troppo grandi per essere avere solo trent’anni…
Spero di non dover mai valutare la mia vita e di non dover tirare le somme, non credo sia una cosa gradevole. Per ora sono contento di quel che ho fatto e credo di non aver mai arrecato danno a nessuno. Già mi pare tanto. Forse qualche rimpianto ce l’ho, ma esser senza rimorso credo sia già tanto. Mi riporrò la domanda fra qualche lustro, per ora la risposta è soddisfacente. Condivido un po’ di pane con una magnifica gatta (che qualche spirito ‘gattesco’ mi stia accompagnando lungo il mio cammino?) e mi godo le ultime ore di luce in quest’atmosfera magnifica. In serata, cena (piccantissima) a XXX e finalmente nanna. Sono stati giorni magnifici, ma tocca ripartire. Rotta verso Pamukkale ed i suoi paesaggi extraterrestri!