Fatto sta che anche il mio palato approva. La famiglia che mi ospita è semplicemente eccezionale e mi tratta divinamente: il padre è anche lui motociclista e ha viaggiato tanto, sa cosa significhi mangiare polvere per un bel po’ di chilometri.
Sto veramente bene qua e tutti si prodigano affinché io mi senta a casa… mancano solo i miei cari, altrimenti potrei dire che l’obiettivo è stato raggiunto in pieno! Grazie ai miei ospiti rimedio una bella intervista: sapere che quel che fai può essere interessante per qualcuno è una bella soddisfazione. Peccato la giornalista capisca la metà di quel che le racconto di me, delle due l’una: o parlo male io, o… Va be’, è un’altra piccola soddisfazione prima di riiniziare la mia discesa verso la costa.
Un altro traghetto (stavolta la moto sembra un insetto a paragone dei camion che la circondano) e via verso Tenente Portela. Mi fermo per comprare del buonissimo caldo de cana (ne sono praticamente dipendente) e due signori si fermano a chiacchierare con me. Sono venuto sin qui, deviando dalla rotta, per vedere il famoso salto do Yucuma, equivalente del salto del Moconà che non ho potuto vedere in giugno dello scorso anno a causa di un’inondazione che mi aveva fatto rimandare anche la visita alle cascate di Iguazu. Mi informano che di lunedì il parco è chiuso, ma conoscono chi lo dirige e, dopo una semplice telefonata, mi viene comunicato che oggi faranno una eccezione per un italiano che gira il mondo in motocicletta.
Vengo anche invitato a pranzo: penso che in Brasile starò veramente da dio! Raggiungo il salto, ovvero un fiume che cade lateralmente per 1800, ovvero il più lungo al mondo in questa configurazione. Ed è uno spettacolo da togliere il fiato, davvero stupendo! Basta guardare qua: https://www.youtube.com/watch?v=HV3N2fmfS3w . Faccio così tardi e arrivo a Passo Fundo solo in tarda serata.
Qui conosco delle persone eccezionali che si prendono cura di me in maniera incredibile. Penso che in Brasile starò veramente da dio. Mi fermo alcuni giorni in più del previsto per poter organizzare i prossimi giorni. Poi è la volta di rimettermi in strada sotto un bell’acquazzone… mi sparo 360 km in totale, dei quali solo 60 all’asciutto. Mi bagno a pezzi, un po’ anche le mutande, si vede che l’antipioggia non era di buon umore oggi. Ma quel che è peggio è che bagno quasi tutto l’equipaggio che ho con me. Il che non è un gran piacere. Mi fermo in una stazione di servizio e inizio a chiacchierare con un ragazzo che viaggia su di una 125 cc. Mi chiede tante cose dell’Europa, del gruppo Bildenberg e del signoraggio bancario… mi stupisce quanto sia informato su queste questioni e d’un tratto scopro che abbiamo la stessa età.
E non solo: la pensiamo uguale su tantissime cose, mi sembra di aver trovato un altro amico su questa strada. La sua idea era di traferirsi in Germania o Italia, quando sente le mie informazioni fa una smorfia e conclude che è meglio restare dove sta. E penso abbia ragione. Proseguo con l’incertezza di dover allungare il mio percorso: due motociclisti mi suggeriscono di deviare la mia rotta a causa di un tratto di strada con fango e, vista la pioggia di oggi, non sappiamo in che stato possa essere.
Il GPS mi indica che evitarlo comporterebbe un allungamento del percorso di altri 200 km e, sinceramente, di acqua ne sto già prendendo abbastanza. Così via verso la Serra Rocinha, un concentrato di pietre e terra compatta che valica delle montagne coperte di nebbia. La ruota posteriore, durante la prima impegnativa salita, mantiene quel grip sufficiente a darmi fiducia ed affrontarla: via con tanto di casco e custodia della videocamera appannati! Me la godo tuta: 32 km di fango e pioggerellina costante, tanti tornanti a scendere e rigagnoli d’acqua. La moto diventa color terra, il mio sorriso aumenta a dismisura.
Arriviamo ad Araranguà completamente inzuppatI: bisognoso di una doccia io, di una lavata la moto, di una asciugata i bagagli. Tuttavia, la moto così sporca ha un non so che di sensuale… Ecco il video! https://www.youtube.com/cards?v=rRbsAi6QAHY# Anche qui accoglienza calorosissima, visita al bellissimo Morro dos Conventos e nuova intervista. E penso che in Brasile starò veramente da dio! Giusto il tempo di asciugare i bagagli, pulire la catena, ricollegare il cavo del contachilometri che si era staccato per le vibrazioni e sono di nuovo in marcia, stavolta a picco verso l’alto della Serra do Rio Rastro e dei suoi 1420 m.s.l.m. Fighissima!
Arrivo poi ad Urubici dove incontro Mauro Dagna, altro viaggiatore intento a fare il giro del mondo in sella alla sua motocicletta. Lui patrocina un progetto veramente pregevole: un ristorante dove ragazzi, con la sindrome di down e disabilità mentali lievi, posso lavorare e svolgere incarichi più disparati. In tal modo possono sentirsi veramente parte integrante della società, sentirsi più indipendenti e migliorare sensibilmente le proprie condizioni di vita.
L’idea è quella di costruire un albergo che possa offrire a molte più persone la possibilità di lavorare. Il sito che parla di tutto questo è www.albergoetico.it , mentre quello di Maruo è www.vagabondoperilmndo.com . insieme a Marcu, altro motoviaggiatore inarrestabile e super navigato, ci concediamo un bel giro per i dintorni di Urubici, visitando la bellissima Serra do Corvo Branco, la Pedra Forada (peccato la nebbia fittissima) e il morro da Cruz. Sarà poi la mia volta di abbandonare il duo alla volta di Florianopolis, dove giungo nuovamente in tarda serata.
Dovrei essere raggiante, invece ho un po’ troppi pensieri per la testa… Mauro mi ha offerto di fare qualche chilometro insieme e la cosa mi sta allettando… anche se ho tantissime cose da considerare, visto che dovrei cambiare i miei piani. Sarà per questo che mi sento intorpidito? Di cosa si tratta l’offerta che mi viene fatta? Ne parleremo dopo la pubblicità…
Massi