Tante, tantissime e fastidiosissime mosche mi obbligano a caricare la moto, arrotolare il sacco e richiudere la tenda… con il casco! Si attaccano, volano, ti ronzano intorno senza spaventarsi delle mani che si agitano in ogni direzione. Labbra ed occhi tentano come miele e ogni attività (anche la più banale) diventa un supplizio più che un piacere. Chiudo tutto, lego in fretta la tenda ed il coprimoto sulla borsa destra e via… non ne posso più! Il sole già scalda tantissmo e metto seconda e terza marcia madido di sudore. E con le scatole che girano più dell’albero motore! Via di nuovo verso una strada noiosa e più dritta dei capelli di Moira Orfei. Fa caldo, e tanto, ma posso solo andare avanti. Il mondo che ho vissuto per tanti mesi, adesso, non esiste più. C’è solo la strada. Senza tirare in ballo scrittori famosi, posso solo esser d’accordo col loro pensiero e tirar giù la visiera. Il senso di vuoto che mi ha accompagnato ieri è ancora ben vivo, sebbene leggermente attenuato. E meno male.
Dopo un centinaio di chilometri in cui la gomma anteriore viene scalfita nella sola parte centrale, decido di concedermi una deviazione per raggiungere la costa e riavvicinarmi al mare. Ad Esperance me ne aspetta in abbondanza, ma devo inventarmi qualcosa per combattere il noioso tragitto odierno. Finisco su un bello sterrato non segnalato dal navigatore e non mi lamento per niente del fuori programma! All’inizio una bella strada bianca, poi uno sterrato con tanta bella terra rossa e le immancabili ondulazioni che scuotono la moto sin dall’anima. “Il gioco è bello quando dura poco…” Non so definire “Poco”, ma quasi sessanta chilometri di sterrato con trecento chili di moto e bagagli rientravano nella liste delle cose da fare. E da non ripetere per un bel po’! Avessi fatto la Great Central Road ne avrei dovuti sorbire millecinquecento, quindi non mi lamento per nulla… ma la mia schiena ragiona in maniera diversa! In piedi sulle pedane e indietro col corpo per alleggerire l’anteriore nel vano tentativo di farlo galleggiare sulle ondulazioni… schiena e gambe un po’ indolenzite, si vede che ero davvero arrugginito! E per la prima volta provo la sensazione di esser assolutamente da solo in mezzo a strada che arrivano all’orizzonte, senza cenni di vita: solo terra rossa, alberelli qua e la e una bussola per capire dove si vada. E, per la prima volta, la paura velata di restare a secco per aver sbagliato direzione.
La paura dura poco e riassaggio il noioso asfalto per altri interminabili rettilinei che mi conducono sino ad Esperance. Di chilometri oggi ne ho fatti davvero tanti, le ore in moto molte più del previsto e di divertimento decisamente poco. Per fortuna ci pensa Esperance con le sue spiagge (premiate come le più belle del WA) a ridarmi un po’ di carica e scacciare i pensieri che mi porto dietro da Margaret River. La mia pillola blu è l’oceano immenso delle meravigliose spiagge di Twilight e Blue Haven… non posso chiedere di meglio! L’acqua mi aiuta a spegnere la mente per il tempo necessario a godermi un paio di giorni assolutamente al di fuori di ogni ragionamento sensato. Proprio quel che ci voleva. Soprattutto in visione della lunghissima e desolata Eyre highway…