Dopo quasi quattro anni di viaggio in solitaria attraverso quattro continenti, sentivo il bisogno di prefiggermi un nuovo obiettivo, una nuova sfida ed ora sono finalmente pronto a rimettermi in marcia: via verso la Tierra del Fuego e da lì su fino all’Alaska!
Non manca più nulla ormai (o quasi) per intraprendere la mia nuova avventura: nel corso degli ultimi giorni mi sono dedicato anima e corpo alla manutenzione della mia ‘bella’, ora devo solo procurarmi un paio di gomme nuove e ci siamo. Ho lasciato Montevideo dopo avervi trascorso quasi quattro mesi e l’Uruguay, devo ammetterlo, è stato molto generoso con me. Non sapevo davvero cosa aspettarmi da questa piccola nazione, di cui conoscevo poco, ma quel che ho trovato mi ha veramente stupito: sin dal principio ho incontrato gente disponibilissima, molto cordiale ed amichevole, tanto da alleviare l’allontanamento dal Brasile, Paese che ho davvero amato.
Considerando la necessità di attendere la primavera australe, l’Uruguay sembrava la scelta più adeguata per tutta una serie di fattori come visto, possibilità lavorative, documenti doganali, cambio… e così si è confermato! Non mi stupisce che molti italiani lo abbiano eletto sua dimora per scappare dalla crisi, trovando in esso un Paese tranquillo, dove la gente lavora per vivere (e non il contrario) e dove basta sorseggiare un mate per dimenticare i problemi della quotidianità. I problemi ci sono anche qui, ma le persone li affrontano con un approccio diverso e più rilassato.
E così mi sono lasciato accogliere dalla capitale Montevideo, non impressionante sotto il profilo delle attrazioni e dal traffico abbastanza caotico, lanciato verso una nuova avventura: sbarcare il lunario anche in Sud America! Certo, il libro sta piacendo e sta andando molto bene ed è un piccolo aiuto alla prosecuzione del viaggio, i miei sponsor mi hanno dato una grandissima mano, ma la benzina costa cara dappertutto e per mantenermi non posso esimermi dal lavorare, tuttavia devo ammetterlo: cimentarmi in un lavoro in un Paese straniero mi regala sempre con sé una bella dose di adrenalina e mi fa conoscere al meglio le abitudini dei locali, quindi ben venga! Dopo il mese da cameriere in Brasile, stavolta è ora di cimentarmi in una nuova veste sotto questa nuova bandiera. Positività, caparbietà e un pizzico di fortuna (che non guasta mai) e la ricetta è pronta! Ho trascorso così mesi abbastanza tranquilli, caratterizzati da coinquilini simpatici con cui mi sono sentito immediatamente a mio agio, amicizie italo/uruguayane rimediate qua è là e la compagnia di una persona abbastanza fuori di testa da decidere di diventare un punto fisso nella mia vita, nonostante la mia inclinazione a non trascorrere troppo tempo nello stesso luogo. Ah, senza dimenticare il dulce de leche e gli alfajor, davvero squisiti, mentre ho fatto volentieri a meno del Fernet con cola. 😉
Passato il freddo (almeno in parte), le giornate si sono allungate e così è arrivato il tempo di vivere e scoprire davvero l’Uruguay. Le conferme di quanto sinora visto non hanno tardato ad arrivare e la gente si è dimostrata sempre più disponibile: in dodici giorni di viaggio mai pernottato in un hotel o in tenda. Ovunque l’ospitalità e la gentilezza sono stati i cardini dei rapporti con gli uruguayani e la comunità dei motociclisti qui è davvero eccezionale. Così ho fatto la conoscenza di Yarabì, tuttofare appassionato di moto che si è offerto di darmi una mano per sistemare la mia bella in occasione del prossimo viaggio.
Dopo aver salutato la capitale e una persona molto speciale, eccomi a poche centinaia di chilometri dalla frontiera a sostituire pignone, corona e catena (fornitimi dal mio fantastico sponsor Ognibene: www.ognibenechaintech.it), cambiare l’olio delle forcelle, risaldare i cavi del regolatore di tensione, sostituire il relè della pompa della benzina, sistemare i silent block del manubrio, ingrassare l’acceleratore, piegare il para serbatoio (ora sembra sia tornato alla sua forma originale), aggiungere una protezione sui collettori della marmitta, apporre un po’ di nastro adesivo termico sulle manopole e rinforzare il para disco posteriore che era messo un po’ maluccio.
Non manca più nulla ormai, se non girare la chiave e mettermi in moto verso il confine, sostare a Buenos Aires quel tanto che basta da trovare due gomme e fare il pieno in vista della discesa verso Sud: la Tierra del Fuego mi aspetta. Le temperature sono in timidissima risalita (questa settimana ancora preannuncia neve!) e pare che di asfalto non ne incontrerò molto. Dovrò calcolare i chilometri fra un rifornimento e l’altro, indossare abiti pesanti e prepararmi a folate di vento australe, ma non m’importa: la rotta è tracciata e i meravigliosi paesaggi che mi attendono sono un richiamo troppo forte.
Ho un posto libero sulla mia sella, spero tu abbia voglia di farmi compagnia durante questo emozionante viaggio! Un abbraccio e buona strada,
Massi