Arrivare a Ushuaia mi è sembrato quasi facile, nonostante le ore di viaggio su rettilinei deserti, temperature totalmente diverse fra giorno e notte e pose impossibili sulla moto per contrastare il vento laterale. Non è stata una passeggiata, questo è certo, ma forse l’esperienza acquisita sinora forse mi h aiutato a fronteggiare le varie situazioni in maniera meno problematica.
Fatto sta che ora, quasi un mese dopo il mio arrivo, sono finalmente in grado di ripartire da questa meta tanto ambita. Arrivato con l’idea di trattenermi due notti, ho trovato una situazione talmente piacevole, fatta di persone ed emozioni, che mi ha quasi rapito e lasciato con poche possibilità di scelta.
Quando e finalmente ero pronto a ripartire, l’ho fatto con un po’ di tristezza nel corpo e con la vaga e poco piacevole sensazione che qualcosa non andasse per il verso giusto. Salto in sella e avverto come una vibrazione strana proveniente dall’avantreno, mi fermo più volte a verificarne la fonte, ma non trovo nulla. Pressione degli pneumatici a posto, la moto non è stata toccata da quando sono arrivato… boh, sarà l’asfalto consumato dal sale?
Mi immetto nella Ruta J, una strada che promette bei panorami, ma che dovrò percorrere due volte visto che non ha uscita. Mi aspettano 80 km di sterrato, ma il fondo è buono e me la godo alla grande. Quando arrivo in vista del male lo scenario è molto bello, ma le vibrazioni della moto aumentano vistosamente e stavolta non è una sensazione: si è spezzata la saldatura del supporto delle valigie. Di nuovo. Stesso punto.
A poche centinaia di metri c’era una piccola casa con dei militari, mi reco da loro e chiedo loro se posso lasciare le valigie, così da terminare la strada e poi arrancare verso Ushuaia per risolvere il problema. Detto fatto, ma procedendo anche a moto scarica sento che c’è qualcosa che non va. Metto il cavalletto centrale e l’amara sorpresa: la ruota si muove sul suo asse, il cuscinetto destro è letteralmente esploso!
Tutta colpa di quel XXX XXX XXX del gommista di Buenos Aires che mi aveva rimontato la ruota decentrata. Io me ne ero accordo, forse anche a causa del forte vento, solo ad Azul, ben 300 km dopo. Da là in poi nessun problema, ma evidentemente qualcosa era stato danneggiato. Così ritorno nuovamente verso la casupola dei militari a velocità quasi inesistente, rumori a dir poco molesti dal posteriore: spiego la situazione, la moto trova posto in un magazzino e proprio all’atto di entrare la ruota si blocca definitivamente.
I militari sono gentilissimi e mi invitano a cena, poi a dormire in uno stanzino, mentre dalla capitaneria riesco a contattare via radio (la copertura dei cellulari è cilena e non ho altro modo) il mio amico a Ushuaia. Spiego in poche parole la situazione, poi ben due giorni di attesa prima che mi vengano a riprendere. Smonto la ruota, le sfere del cuscinetto saltano via e rimbalzano da tutte le parti… Il distanziale fra i cuscinetti è consumato ed anche la parte interna ruota stessa ha dei solchi, quel XXX XXX XXX del gommista mi ha fatto veramente un bel regalo.
Comincia così l’anno: un piccolo problema che sarebbe potuto esser ben più grave, la consapevolezza che c’è gente buona in ogni angolo del pianeta, sempre pronta a darmi (e non solo a me) una mano e la voglia di affrontare gli imprevisti, che un viaggio del genere può riservare, con la serenità e la tranquillità che tutto si risolverà nel migliore dei modi. L’unica incognita è il quando.
A risentirci non appena abbandonata la modalità bipede e riacquisita quella biruota.
Ciao Massimiliano,
leggendo questa tua ennesima disavventura nell’avventura mi viene da pensare: “mah, ci sarà ormai abituato dopo tutto quello che gli è successo tipo in India”; credo però che ogni volta che qualcosa non va, specialmente alla moto, faccia girare le scatole. Sicuramente avrai acquisito dimestichezza col tempo a uscire fuori da certe situazioni. Leggendo delle tue avventure, cerco di immedesimarmi, visto che è anche il mio sogno, e penso che dopo questo tempo avrai fatto così tanta strada (non solo in moto…) che sarai così pronto e sicuro nel gestire certe difficoltà. Purtroppo per me restano ancora a livello di pensiero ma mi emoziono ugualmente nel bene e nel male.
Come tu mi insegni, avrai fatto di questa esperienza una nuova occasione per conoscere meglio questa parte cilena della Terra del Fuego senza farti lasciar prendere dallo sconforto (grande fonte di ispirazione e insegnamento per me).
Ti auguro di risolvere presto questo intoppo e proseguire verso nord nel tuo viaggio.
Continua così, sei per me una fonte di luce qui nel buio tunnel italiano.
Un abbraccio
Luca
Ciao Luca e grazie, il tuo commento è bellissimo! Hai perfettamente capito come sto affrontando il viaggio: è vero che sto acquisendo consapevolezza superiore, ma è anche bello continuare a sorprendersi dell’aiuto che gli esseri umani comuni costantemente mi offrono.
Altra cosa bellissima che ho imparato qua in Sud America è di rilassarsi, tranquillizzarsi e esser coscienti che tutto andrà bene… ed alla fine va sempre così! Sono un popolo straordinario, sarebbe bello avere il loro stesso approccio in Europa! 🙂
Grazie ancora, a breve aggiornerò il diario e potrai vedere come sono uscito fuori da questa e un’altra situazione, solo ed unicamente grazie al prossimo!
Un abbraccio!!!
Massi