Finalmente, verso le dieci passate, il sole decide di mostrarsi in tutta la sua maestosità e posso iniziare a viaggiare anche di quarta e quinta. Dura poco però: presto arrivano le montagne e l’autostrada (si fa per dire) che percorro si tramuta in un tortuoso percorso, tormentato di curve.
La cosa, però, non mi infastidisce minimamente e mi ritrovo a galleggiare sulle sconnessioni dell’asfalto felice come una Pasqua… anche se siamo in periodo natalizio! Ad ogni incrocio vedo autobus e camion fermi, un fuoco in mezzo alla strada e gente che sbarra il cammino a chiunque si muova su mezzi a ruote gommate. Io faccio eccezione: sono un turista e vengo trattato coi guanti bianchi, quindi… via libera! Scoprirò poi che gli scioperi e le manifestazioni sono all’ordine del giorno in Nepal, specialmente nella capitale, e in molti protestano in questa maniera, creando quanto più disagio possibile. Per me, invece, è una vera pacchia: strada libera, niente mezzi lenti da sorpassare e tante, tantissime curve in successione!
Non mi divertivo così dalle stradine di campagna della Croazia! Curva e controcurva, scala, frena, apri e… godi! Davvero un tripudio di sensazioni, in una successione senza fine! I chilometri sono tanti e scorrono lentamente, ma io di arrivare… quasi non ho voglia! Ogni tanto tratti sconnessi, mezzi fermi e curve con un bel burrone ai margini… ma non mi faccio impressionare e continuo a dare gas, con la mia bella che romba di piacere e si diverte (ne sono sicuro) ad assecondare i miei istinti piegatori.
Tanti avvallamenti e sconnessioni, ma nessuno dei due tradisce l’altro e proseguiamo entrambi raggianti (sono sicuro anche di questo) verso la nostra meta. Ed anche il paesaggio è una vera goduria! Costeggio un fiume (su cui in molti fanno rafting, all’interno di una bellissima gola) quasi sino a Kathmandu: a volte devo impegnarmi a seguire la strada, invece che crogiolarmi in una vista così affascinante. Finalmente, due ore dopo il previsto, arrivo nella capitale nepalese e, con poco sforzo, riesco a ricongiungermi con Scilla. Assieme a lei un membro di Couchsurfing che le ha trovato una sistemazione presso un amico, poi le ha suggerito una guest house per i seguenti giorni in cui saremo insieme. Le ha anche proposto un’escursione, cosa che faremo insieme. Tuttavia questo comportamento, molto diffuso in Nepal, mi fa storcere il naso. In molti si iscrivono a Couchsurfing per poi proporre escursioni e gite fuoriporta.
Va bene la disponibilità ad ospitare, ma se è fine a qualcosa di lucroso poco mi piace… Ci sistemiamo nella camera che condivideremo per diversi giorni e… salta fuori una simpatia ed un affiatamento davvero notevole per due persone che hanno condiviso un solo tè a Mumbai. Sin da subito (e dinanzi a pasti rimarchevoli) condividiamo pensieri e riflessioni su temi abbastanza profondi. Ambedue abbiamo avuto un po’ di disavventure in campo amoroso e non manchiamo di confrontarci su tale tema.
Ma, e soprattutto, condividiamo l’infinito disagio del vivere in una nazione semplicemente stupenda, ma incancrenita dal peso di una politica sprecona, sporca e viziosa. Scilla gestisce un ristorante e si fa (come si dice) un discreto mazzo per mandare avanti la baracca. Tuttavia ha preso la ferma decisione di lavorare sodo per otto mesi l’anno e di concedersi gli altri quattro di libertà. Libertà vera: in giro per il mondo! Il suo obiettivo è di farne sei e sei, così da potersi ricaricare e godere delle meraviglie che questo magico e sconfinato mondo sa offrire. “Bel tipetto!” penso fra me e me. Molto meglio di Sunika, la quale inizia a tartassarmi di telefonate esordendo con la frase “You forget me!? (Ti se dimenticato di me!?)”, quasi come fossimo fidanzati da tempo e la stessi tradendo nel mio soggiorno capitolino. In funzione di ciò, la mia voglia di rincontrarla a Kathmandu diminuisce in maniera inversamente proporzionale rispetto alla sua insistenza. Mi ritorna alla mente l’incubo di qualche ragazza appiccicosa che ho avuto e… il disagio che ne deriva farà sì che decida di farmi i fatti miei ed ignorarla. Sarò drastico, ma sto viaggiando libero e felice: non ho intenzione di legarmi ad una persona che probabilmente non rivedrò mai più e che potrebbe avere da ridire nel caso dovessimo condividere del tempo insieme…. e sentirsi successivamente abbandonata.
Preferisco avere la coscienza pulita e godermi il rapporto con la mia nuova amica, la quale mi mostra che, per fortuna, c’è anche chi è capace di uscire fuori dagli schemi. La nostra sintonia aumenta vertiginosamente, sino al punto in cui, col passare del tempo, ci ritroviamo addirittura a parlare ed interromperci con frasi tipo: “Stavo per dirti la stessa cosa!” o “Ci stavo pensando proprio adesso!” Incredibile, ma bellissimo essere così in sintonia e dopo così poco tempo! Visto che siamo in Nepal decidiamo di concederci questo famoso trekking e così partiamo alla volta di lidi meno trafficati ed inquinati di Kathmandu. Un autobus scassato ci traghetta poco distante da Pokhara, dove incontriamo la nostra guida, Siri, ed un suo amico, Purna, che deve imparare il percorso per diventare accompagnatore a sua volta. Iniziamo con una bella scarpinata, arrivo con le torce presso una tea house su una piccola cima per passare una serata contraddistinta da: doccia con acqua fredda, cena a base di riso, pikel (salsetta amarognola), curry (con cavolfiore e patate) e dal (brodino di lenticchie), oltre ad una camera senza riscaldamento ed elettricità per via dei tagli giornalieri alla fornitura. Ma il paesaggio stellato fa dimenticare questi disagi e… sicuramente non ci pesa esser lontano dalle comodità della città. L’indomani sveglia presto per catturare l’alba con la macchina fotografica, poi iniziamo a salire sino ad intravedere le prime vette di una certa importanza. Siri, dopo la simpatia iniziale, inizia a raccontare un po’ di balle: “Faremo 100 km in cinque giorni!” Manco fossi un alpinista esperto riuscire in un’impresa del genere… “Sono vent’anni che faccio questo lavoro e ho percorso 200’000 km, cinque volte la circonferenza della Terra!” Un rapido calcolo mi rivela che, se ciò fosse vero, dovrebbe aver percorso più di 27 km al giorno… da vent’anni a questa parte! Va be’, capisco che vuole impressionarci e fare il gradasso, ma pensare che siamo due bambini creduloni… mi sembra troppo.
Ma non finisce qui: dopo il trekking dei primi due giorni fa rotta verso casa sua, intenzionato a regalarci una sana esperienza di vita rurale. In effetti ‘rurale’ è la parola giusta: niente acqua corrente, niente riscaldamento, niente corrente elettrica… in assoluto intendo! Infatti il villaggio ‘dovrebbe’ esser elettrificato nei prossimi giorni… da quando esiste! Se penso alle persone che vivono lì da quando sono nati e non possono neppure caricare una batteria… e siamo quasi nel 2012! Il primo pensiero di Siri è stato quello di comprare una televisione, così da mostrare ai vicini che la sua è una famiglia di quelle ‘che contano’… complimenti! Io e Scilla trascorriamo questi due giorni fra fiume, colline ed animali domestici, noncuranti dei disagi e della mancanza di ogni forma di comfort.
Dovrò anche rinunciare a fare delle fotografie, a causa della batteria della fotocamera esaurita e… l’impossibilità oggettiva di ricaricarla. Nonostante tutto ce la caviamo alla grandissima: tanti discorsi interessanti, tanti ragionamenti che porterò con me a lungo e… tanto, tantissimo entusiasmo di fronte a questa natura incontaminata che ci circonda. Vederla farsi il bagno nelle acqua gelide del fiume prospiciente (in cui mi limiterò a lavarmi a pezzi) ed asciugarsi al sole con quel sorriso stampato sulla faccia… be’, la dice lunga sulla genuinità di questa ragazza. Parliamo di come sarebbe bello crescere un figlio che sia parli tante lingue, in un ambiente caratterizzato da aria pulita, contatto con gli animali e meraviglie naturali a portata di mano. Eppure, siamo anche consci dei limiti del vivere ai margini della civiltà. Va bene la natura e la vita all’aria aperta, ma chissà come sarebbe trascorrere anni interi senza alcuna forma di comfort o civilizzazione… Questi pensieri ci faranno compagnia durante il soggiorno a casa di Siri, il quale continua a sparare cazzate a più non posso: “Questo Buddha Tree (albero sacro) sorge sopra un tempio sotterraneo (di cui non c’è traccia) ed è l’ottava meraviglia del mondo, dopo le Piramidi, il Taj Mahal e compagnia bella…!” Meno male che ho gli occhiali da sole, altrimenti avrebbe letto nei miei occhi lo sguardo di chi sta vedendo un completo idiota parlare da solo. Al ritorno, la nostra esperienza di vita ‘dura’ termina con un autobus locale pieno di gente in piedi, sacchi di riso e vettovaglie, su un percorso che definire crossistico è decisamente riduttivo. Torniamo a Kathmandu dopo otto ore, ma neppure il tempo di andare in albergo che i titolari dell’agenzia viaggi ci invitano a cena. È Natale e non possiamo rifiutare! A lume di torcia e candela consumiamo un lauto pasto, finalmente diverso dal riso, curry e dal dei cinque giorni precedenti. Almeno ci siamo liberati da questo giogo! Ma la vera magia del
Natale si concretizza solo sotto le bollenti gocce di una doccia calda, finalmente meritata! Verremo a scoprire, poi, che la guida aveva variato il percorso e non ci saremmo dovuti fermare a casa sua, bensì proseguire con il cammino verso altre vette. Colpa dei titolari dell’agenzia che si sono fidati di un loro conoscente, Siri, affidando lui questo incarico per la prima volta. Gabbati loro e noi: un piccolo risarcimento dovrebbe soddisfarci, eppure sono stupito da tanta ingenuità e mancanza di professionalità. Eppure, in fin dei conti, grazie a Scilla questa esperienza riesco a guardarla dal lato positivo: tanto tempo trascorso insieme, tanti bei ragionamenti e la sensazione che siamo in tanti a pensarla fuori dagli schemi comuni. Gli ultimi giorni insieme li passiamo a visitare il Monky Temple (una Stupa circondata da negozietti di ogni tipo, in barba agli insegnamenti del Buddha, il quale non voleva raffigurazioni o preghiere) e Phokara, carinissima città medioevale dagli scorci suggestivi e caratteristici. Condividiamo ogni minuto della giornata, soprattutto i lauti pasti: col freddo delle sere, il mio corpo ha deciso di bruciare parecchie calorie e la fame atavica che mi porto dietro impressionerà anche la mia compagnia!
Sembro Homer Simpson: ogni volta che vedo un chioschetto o sento parlare di mangiare mi viene la bava alla bocca… Poi Scilla ci mette il carico a coppe a volte: mi parla dei suoi menù e delle prelibatezze che sua madre sforna con tanta dedizione e passione… insomma, se non ho preso un paio di chili sarà solo merito delle infinite camminate che ci facciamo! Il 29 Scilla ha il suo volo prenotato per tornare a Mumbai, poi farà capodanno a Singapore e… la sua idea è quella di venirmi a trovare anche in Thailandia!
La cosa non può che farmi piacere: nonostante abbiamo condiviso ogni istante dei precedenti giorni, non c’è mai stato nessun coinvolgimento oltre quello amichevole. Due ragazzi che sembrano conoscersi da sempre e che condividono gran parte delle proprie visioni sulla vita e sul mondo. Perfetto così com’è, il nostro rapporto non ha bisogno di altro. Dunque appuntamento rimandato a Bangkok, dove dovrà arrivare anche la mia bella ed il sottoscritto… dopo una esorbitante cifra da pagare all’ennesimo spedizioniere. L’ultima sera ci concediamo una cena italiana coi fiocchi: pancia piena e sapori nostrani, chi sta meglio di noi!?