Suo marito Voja è appassionato di storia ed architettura, colleziona monete antiche e cimeli della guerra dei balcani, oltre ad essere (come me) golosissimo di dolci. Passo quasi tre giorni insieme a loro, intensi come non mai. Insieme andiamo in giro per il centro di Belgrado, molto diverso da Novi Beograd dove vivono loro. Il palazzo dove vivono è al blocco 70 di un complesso sorto ai tempi del socialismo.
Il centro, invece, è più antico e offre un po’ di tutto: bellezze artistiche, atmosfera più ‘intima’ (perfetta per una serata in relax) una immensa fortezza e negozi degni della globalizzazione più estrema.
Ma l’aria che si respira è nettamente diversa qui: si sente (o almeno lo sento io) che ci sono stati tanti e profondi cambiamenti negli ultimi lustri. Voja mi illustra un po’ di edifici, mi racconta un bel po’ di storia di serbi, battaglie, turchi, scontri fra civiltà, tuttavia la tolleranza e l’ospitalità del popolo che mi ospita è incredibile. Sono tutti molto gentili, “Grazie” e “Prego” sono prole molto più ricorrenti che da noi, l’aria che respiro mi fa stare bene…