Ciao ciao Europa!
Difficile descrivere le mozioni che ho provato attraversando la frontiera con la Turchia. Be’, tanto per incominciare non volevano farmi entrare…
Difficile descrivere le mozioni che ho provato attraversando la frontiera con la Turchia. Be’, tanto per incominciare non volevano farmi entrare…
Notte di sonno profondo e mattina con gran sole. Niente di meglio potrebbe rispecchiare il mio stato d’animo in questo momento. Ho conosciuto delle persone fantastiche e la facilità con cui ciò è accaduto ha del sensazionale.
…infatti dopo Sofia non sarò più lo stesso! Ma andiamo per gradi… Nonostante i miei sforzi per partire ad un orario decente mi ritrovo (nuovamente) a viaggiare durante le ora più calde della giornata. E qua il primo pomeriggio è roba da pazzi!
Oggi al lago ci andiamo per davvero, ma in macchina e, nonostante l’autista sia uno dei peggiori mai visti in vita mia e mi faccia venire voglia di scendere (e proseguire a piedi) un bel po’ di volte (considerando anche quanto visto ieri…) arriviamo al famigerato lago.
Questi giorni sono un continuo di sensazioni piacevoli, miste a relax e condivisione di ogni singolo momento, esperienza, sorriso.
Nis, centro urbano a me sconosciuto (non ho mai brillato in geografia) nonostante sia il terzo più grande di tutta la Serbia e (niente di meno che) la città natale di Costantino il Grande. Va be’, non avendo avuto il piacere di conoscerlo di persona, mi sento un po’ meno colpevole per questa mia carenza… eh eh eh!
Rotta verso Nis, la terza città della Serbia! Grazie a Voja creiamo una piccola variazione nell’itinerario; un po’ d’autostrada, poi uscita per visitare la chiesa di Manasija, un po’ di stradine malandate (ma molto migliori di quelle che ho trovato sulle montagne molisane, tanto per intenderci) e poi di nuovo autostrada fino a destinazione.
I questi giorni ho fatto di tutto: cenato su dei ristoranti cullati dalle acqua del fiume, foto e cazzeggio degne di un turista incallito, assaggiato birre e pietanze tipiche, visto palazzi ancora cadenti e rovinati dalla guerra, girovagato per quartieri popolari poco illuminati, ma in cui nessuno ha mai fatto vacillare la sensazione di essere in una città molto sicura ed ospitale.
Adesso sì che le cose sono cambiate… Belgrado mi ha accolto nel migliore dei modi possibili: ho conosciuto Bojana nel 2004 a Termoli, parla benissimo italiano e siamo rimasti in contatto durante tutti questi anni.
La notte in tenda è stata abbastanza emozionante: ghiande che cadevano dappertutto, risuonando fra i rami prima di toccare il suolo, ‘simpatici’ animaletti (credo di aver piantato la tenda sopra un po’ di tunnel di talpa) ed un ramo che, caduto il lontananza (ma nella notte mi è parso vicinissimo) ha fatto tremare il terreno.