Vengo accolto in casa da una ragazza in uniforme: contattata tramite CS, lavora per il Governo in una prigione e solo quando si concede abiti civili e di sciogliersi i capelli posso constatarne la bellezza smisurata. E come desiderare un’accoglienza migliore per festeggiare il mio primo giorno brasiliano? Sua madre cucina divinamente e con un’ottima pietanza dinanzi inizio a districarmi con il portoghese, lingua che ho studiato pochissimo, ma molto simile allo spagnolo, così a fatica comincio il processo di adattamento. La mia meta fissata da mesi è Curitiba, dove mi attendono alcuni amici conosciuti in Vietnam mentre guidavo verso l’Australia. Quando mi metto in marcia, di buon’ora, mi attendono 500 km di curve, vento, camion e deviazioni (le piogge degli ultimi giorni hanno devastato case, campi e strade). Ma non posso fallire: alle 17:00 c’è la prima partita del Brasile e non posso perdermela! Guido come un forsennato, mi fermo solo per acqua, mangiare due frutti e fare un po’ di allungamenti. Dopo un’intera giornata a sudare e respirare polvere arrivo a destinazione con ‘ben’ quaranta minuti di anticipo. Sono felicissimo: avevo programmato questo arrivo ben sette mesi prima, non potrei esser più soddisfatto di me.
Curitiba si rivela sin troppo accogliente, con la famiglia che mi ospita super ospitale e dalle risorse culinarie incredibili. La città non offre molto in termini di attrazioni, ma è molto piacevole da vivere ed accogliente. Sistemo il sito e a fatica trovo dei contatti a Rio, dove voglio vivere il ‘vivo’ del Mondiale. Mi metto in marcia verso São Paulo, dove mi accoglie una ragazza simpaticissima e la sua famiglia, così sonora ed espansiva da ricordarmi una commedia napoletana. Impagabili! La nonna mi vede gracilino e mi avvisa: “Adesso sei in Brasile. DEVI ingrassare!!!” E via a mangiare riso, fagioli, pasta al forno e ben di Dio in quantità industriali… Fra le cose che mi stanno facendo impazzire del Brasile figurano: dulce de leite (presente anche in Argentina), goyabada, ma soprattutto il caldo de cana, ovvero succo di canna da zucchero… di cui sentivo mancanza dall’India!!! Finalmente posso tornare ad ingurgitarne quantità industriali! Altri solidi motivi per godere ed estendere la mia permanenza in loco quanto più possibile!
Arriva il giorno della partita del Brasile e vado a fare esperienza del bairro Vila Madalena: un crogiolo di strade chiuse al traffico, invase da torcedores che appaiono come un fiume dorato in festa. Allo scoccare dell’inno sento la terra tremare ed al fischio d’inizio sembra di vivere la fine del mondo. Per non parlare del primo goal del Brasile: praticamente mi vola di tutto sopra la testa, dalle lattine di birra ai petardi, fuochio d’artificio, grida, abbracci, baci, spintoni e mani al cielo. I 5’000 km sin qui fatti, la pioggia, il freddo e la fatica vengono ben riparati dal delirio collettivo da cui sono circondato. Fantastico! Un ragazzo con antenati italiani mi si stringe al collo non appena scopre da dove io venga, i suoi amici mi scattano foto e mi offrono birra e Caipirinha, mentre il delirio va avanti. L’indomani voglio mettermi in marcia verso Rio, ma appena lo confido vengo redarguito: “Tu da qui non te ne vai! Vieni a casa mia e la prossima partita la vediamo qui, punto!” Chi parla è un trafficante di droga, i suoi amici mi avvisano che se dovessi mai avere problemi dovrei parlare con lui e sarei a posto. Non so se sentirmi lusingato o altro, fatto sta che questi brasiliani sono così: ti conoscono e dopo trenta secondi ti mettono a disposizione casa, cibo e servigi. Sono davvero un popolo super ospitale, pieno di energia ed entusiasmo: fantastici!
Nonostante l’invito-comandamento del mio nuovo amico, l’indomani lascio la città e mi dirigo verso Santos, che trovo assolutamente fantastica per tre buone ragioni:
– appena arrivato, parcheggio sul lungomare e vengo fermato da passanti di tutte le etnie ed età, felicitato e mi vengono regalate due magliette da parte di un motociclista locale. Ad una stazione di servizio mi invitano anche a pranzo…
– la calura dopo i freddi giorni appena trascorsi mi fa splendere con un sorriso stampato in faccia;
– il mare immenso che mi si staglia dinanzi è qualcosa di meraviglioso!
Mi godo ogni singolo raggio di sole, mangiare superlativo, calura impressionante per essere inverno, una spiaggia magnifica e sento di esser tornato nella mia dimensione ideale di viaggio. Visito il museo dedicato a Pelè, poi mi lancio lungo il litorale che mi rivela una strada incredibilmente panoramica e magnifica. Mi fermo ogni 10 km per scattare foto e fare video, oggi vorrei che la giornata non finisse mai. Mi attendono ad Angra dos Reis, dove arrivo in serata inerpicandomi per stradine strette e scoscese. Conosco Chicky, ragazza spagnola che da tre anni e tre mesi viaggia in autostop dal Messico al Brasile ed i suoi amici, un’argentina ed un colombiano, anch’essi sulla strada da tre anni con la medesima modalità. La prossima volta che mi dicono che viaggiare è pericoloso e difficile li nominerò e mi trarrò fuori da ogni discussione…
Condividiamo una giornata di mare stupenda, tanti racconti e la sensazione di avere moltissimo in comune. Lascio Angra alle 5:20 di mattina: passo davanti a Casa Italia dove alloggiavano gli Azzurri prima di concederci un’ennesima bella figura internazionale e mi lancio verso Rio… l’aria e nera e odora di mare…