Per qualche dollaro in più…

Insomma, tutto ‘sto divertimento non c’è, ma almeno macino chilometri in tranquillità dopo la stanchezza dei giorni precedenti. Fa caldissimo ed ogni volta che scendo sotto i 60 km/h mi sento come in una sauna… Faccio tanti chilometri senza accorgermene e, a dire il vero, un po’ mi spiace perché sono diretto a Siem Reap e non ho altre soste in programma fino all’arrivo. Sono sicuro che la Cambogia ha tanto da offrire in termini di genuinità della popolazione… molto più nei piccoli centri che in un luogo iper turistico come quello che mi attende. Ma non mi fermo tiro dritto e l’unico ‘lusso’ che mi concedo è quello di fare un po’ di stradine ‘laterali’ e di vedere qualche villaggio. Case di legno, cortili con animali e gente sorridente. Incontro due francesi in bicicletta, una coppia, e mi fermo a parlare un po’ con loro. Hanno visitato anche la costa che dicono sia bellissima… ma se mi metto a vedere tutta l’Asia (e la cosa non mi spiacerebbe) finisco soldi e l’anno da queste parti…

Dietro alla bici di lui c’è un piccolo rimorchio e… sorpresa! Una fantastica bimba di tre anni viaggia in prima classe con tanto di tettuccio, rete antizanzare e seggiolino super confortevole! Penso che ne verrà fuori proprio una bella bimba se ha due genitori così, che la portano in giro in bici sin da piccola a scoprire meravoglie dall’altra parte del mondo. Saluti e foto di rito, poi di nuovo in marcia: raggiungo Siem Reap e per il rotto della cuffia trovo un ostello economico e pulito. Ventilatore rumorosissimo e poca acqua calda, ma va bene così… Mi appresto a visitare la mitica Angkor, sito archeologico semplicemente fantastico e che sognavo da prima dell’inizio di questo viaggio. Passo tre giorni in compagnia di caldo, biciclette, caldo, venditori ambulanti noiosissimi, caldo, turisti, caldo, amici nuovi, caldo ed amici vecchi. Conosco tantissime persone e mi stupisco di incontrare molte delle compagnie con cui ho attraversato il Vietnam. Alcune ragazze neozelandesi (il sito di Angkor è immenso, incredibile trovarmele affianco al tramonto su un tempio) e Fabio, milanese con cui ho trascorso praticamente quasi tutto il soggiorno vietnamita. Conosco anche degli australiani, delle spagnole, francesi, statunitensi, cinesi… un vero caleidoscopio di ragazzi/e con cui trascorrere diversi giorni fra calura impressionante, siti archeologici meravigliosi e serate discretamente alcooliche.

Unico neo: i personaggi locali che cercano di fregarti in tutti i modi! Qui la valuta locale viaggia di pari passo con i dollari e spesso cercano di confonderti con il tasso di cambio. Puoi pagare la stanza con entrambe le valute, ma devi fare attenzione che il prezzo combaci… e lo stesso dicasi per i pasti, le bevande, la benzina, le biciclette in affitto, i massaggi… Fanno finta di non avere resto, cercano di fregarti in tutti i modi e… se hai bisogno di un passaggio NESSUNO fa niente per niente:la mancia minima è di un dollaro e devi sudare per contrattare… Durante il giro dei templi, in bicicletta, sono rimasto a piedi causa una foratura: ovviamente nel punto più distante da tutto e da tutti (parlo di quattro chilometri sotto un sole cocente a mezzogiorno!) Un autista di risciò mi chiede cinque dollari per fare due chilometri e lo mando poco velatamente a quel paese (con quindici puoi affittare un risciò con autista per un’intera giornata). Una signora in scooter me ne chiede due, ma alla fine ne accetta uno per mettere me e bici sulla sella e portarmi da un tipo che le ripara qualche chilometro più in là. Ed anche qui a contrattare per una camera d’aria del cavolo… Anche al mio hotel cercheranno di fregarmi sul conto finale della stanza, facendomi passare per spilorcio non lasciando loro una lauta mancia…

Ovviamente prima hanno cercato di gabbarmi, i sorrisi per ingraziarmi sono arrivati solo dopo. Questo mi farà sentire molto poco in colpa quando, all’atto di lasciare la camera, farò in modo di pagare quattro notti invece delle sei fruite… Be’, semplicemente mi sono adattato agli usi locali, no? Di Angkor e dei templi ho tanto da dire, ma le foto possono essere le uniche aiutanti per cercare di comunicare quanto provato in tre giorni di sudore, pedalate e centinaia di fotografie. Il terzo giorno (i biglietti possibili sono: giornaliero, tre giorni o una settimana) me lo sono lasciato per semplice svago e per gustarmi Angkor Wat in tranquillità, senza fretta e solo per camminare ed ascoltare un po’ di pensieri e considerazioni che mi frullavano in testa. Lascio Siem Reap di buona leva, quando ancora è buio e l’aria fresca. La Thailandia mi aspetta ancora: Bangkok è nel mirino, con la sua carica di follia, eccentricità e meraviglia che ancora non so bene spiegare. E ‘qualcuno’ da incontrare… Ti lascio un po’ di immagini da vedere, ma stavolta le considerazioni è meglio le faccia tu: un posto così mistico e carico di storia non può esser spiegato in una paginetta e… è giusto che ognuno ne tragga le proprie impressioni e sensazioni.

Per me: Angkor è una tappa importante nel mio viaggio, l’ho sognata per parecchio e ho rischiato di perderla per strada (vedi problemi alla frontiera d’uscita dal Vietnam)… Esser qui è un bel traguardo, ma solo di una tappa intermedia, quindi… di nuovo in sella!