Quasi a casa

L’aria è fredda, il sole proprio non vuole saperne di mostrarsi in tutta la sua magnificenza ed io ringrazio che i miei ospiti vendano anche pelli di capra, altrimenti la mia notte sarebbe stata ben più fredda. Il vento ha strappato il telo dalla mia bella che è quasi completamente bagnata, pioggia ed umidità completano il quadro grigio della giornata.

Respirando le nuvole

Fa freddo, la stanza è buia e non c’è corrente. Lo schermo del PC rischiara la stanzetta che mi ospita, gremita di minerali e chincaglieria. Gli attrezzi si mischiano su di una tavola bianca e logora, fuori qualche auto troppo frequente rompe il silenzio dei monti che mi ospitano. E tutto questo grazie ad un cavo d’acciaio…

E siamo a quattro!

Cammino per strada e mi godo il sole che mi fa socchiudere gli occhi, la maglia che mi si attacca alla schiena bagnata e la brezza marina. In spalla uno zaino strappato che a fatica custodisce il poco contenuto al suo interno, ma mi basta che viva ancora qualche ora. Cammino verso il quartiere di Playa Ancha su di una bellissima altura che mi rivela una città che si estende a perdita d’occhio sule colline circostanti, affacciandosi sul mare.